“Ciao Pasquale, hai per caso qualche opportunità in zona?”



3 mesi fa circa stavo reclutando per una posizione di Field Service Engineer su Firenze.

Entrai in contatto con un ragazzo che mi sembrava piuttosto qualificato.

Il giusto livello di esperienza.

La conoscenza dell’inglese.

E il desiderio di cambiar lavoro.

Mi disse che la mia telefonata era “cascata a fagiuolo” perché aveva di recente avuto una discussione con il suo responsabile.

E non era la prima negli ultimi mesi.

Insomma, non tirava una bella aria nel suo team.

Lo presento all’azienda mia cliente.

Piace molto anche a loro e gli fanno un’offerta in tempi piuttosto celeri.

Sembrava dunque che gli astri si fossero allineati.

Un processo liscio, veloce e win-win per tutti.

Se non fosse che…

… in seguito all’invio della lettera d’impegno da parte dell’azienda, il candidato scompare.

Nessuna risposta alle mie telefonate.

Nessuna mail.

Nè un messaggio.

Per poi riapparire dopo ben 8 giorni.

Cos’era successo?

Aveva accettato la controfferta.

Oggi, dopo 3 mesi, mi arriva un suo messaggio qui su LinkedIn.

“Ciao Pasquale, hai per caso qualche opportunità in zona?”

Come mai è tornato alla ricerca?

Dopo 3 mesi si è reso conto di ció che già gli avevo detto nella nostra prima telefonata:

qualche migliaio di euro in più in busta paga non risolvono un ambiente tossico.

Morale della favola?

Prima di accettare una controfferta, chiediamoci…

… è questo il prezzo della mia serenità?

-P
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